VISITARE VILLA DA PORTO

Villa da Porto è un complesso architettonico che costituisce oggi uno degli esempi più sfarzosi ed estesi di villa veneta. È costituita da un corpo centrale, con uno scalone d’onore che sale verso un pronao a quattro colonne ioniche; alla sua destra si erge una loggia in stile ionico collegata alle rovine delle barchesse dell’ala est, che si estendevano per diversi metri. A sinistra del corpo centrale, esisteva l’ala ovest con una loggia gemella a quella di destra ma che nei primi decenni del 1800 crollò in seguito ad un incendio. Il tutto contornato dalle antiche mura, ancora presenti in parte. È un sito culturale di immensa rilevanza, in quanto testimonianza di un passato particolare ed unico. Qui infatti visse la famiglia da Porto, dal 1500 fino ai primi del XX secolo.

Secondo Gaetano Maccà, uno degli storici testimoni della presenza della Villa, “abbellisse questa villa”, il villaggio di Montorso, “un palagio de’ conti Porti Barbarani, ma non ancora affatto terminato, con cedrera e giardino” (Maccà, 1814, p.119). I lavori di costruzione di Palazzo Porto, come veniva chiamata, iniziarono nel 1662 e terminarono nel 1724. Luigi e Gabriele da Porto ne furono i committenti, come appare anche nell’iscrizione posta sopra la porta d’entrata principale: “Aedes ab Aloisio et Gabriele Cataphractorum ductore fratribus construi coeptas anno 1662”. La villa fu completata dai discendenti dei due fratelli, Alvise e Girolamo, nel 1724 (Mantese, 1082). Alvise, ovvero, Luigi da Porto, abile condottiero filo-veneziano e letterato di fama mondiale, si ritirò in questa abitazione, al fine della sua carriera militare, ferito sia nel fisico che nell’animo, dal 1511 fino al 1524. Ormai i fatti sono certi: qui l’umanista scrisse la prima stesura della tragedia di Giulietta e Romeo, intitolata originariamente “Historia novellamente ritrovata di due nobili amanti” e che poi arrivò nelle mani di Shakespeare, il quale la rese un capolavoro immortale e senza tempo. Luigi, alla corte dello zio in Friuli, conobbe la cugina Lucina, della quale si innamorò ma che nel 1517 fu costretta a sposare Francesco Savorgnan della Torre, un discendente della famiglia della madre di Luigi.

Ripercorrendo la storia della Villa da Porto, è noto, secondo alcuni studi stratigrafici, che il complesso venne edificato su una precedente costruzione, una casa dominicale del XV secolo, una struttura che venne continuamente modificata, prima con l’aggiunta di elementi architettonici e poi con l’ampliamento di tutto l’edificio a partire dal 1662. Presso il Palazzo vi era una chiesa dedicata a Santa Maria Maddalena, come ricordato sia da Mantese che da Maccà.

Tra XIX e XX secolo la villa subì importanti trasformazioni a causa di consistenti crolli di parti dell’edificio. All’inizio del ‘900 l’ultimo erede e discendente della famiglia da Porto ipotecò la proprietà e con essa i possedimenti terrieri circostanti. Da quel momento il complesso visse una fase di declino costante. Con la Prima Guerra Mondiale diventò un ospedale da campo. Durante gli anni ’70, l’edificio versava in una terribile condizione ma fortunatamente i cittadini di Montorso cominciarono a diventare più consapevoli dell’importanza storica e culturale della villa e l’amministrazione comunale intervenne, inizialmente, nel 1992 con dei lavori di restauro nel corpo padronale e nel 1999 iniziarono le pratiche per acquistare tale parte dell’edificio. Grazie a questo intervento oggi è possibile ammirare l’ultimo affresco sopravvissuto alle deplorevoli vicende subite dalla villa: alcuni angeli dai colori vivaci, volano sul soffitto dell’unica scala a chiocciola rimasta.

Oggi la Villa è la location perfetta per eventi culturali e sociali, per la maggior parte organizzati e gestiti dalla pro Loco di Montorso. Manifestazioni di carattere e importanza regionali trovano il loro palco ideale proprio qui: citandone alcuni, Opera estate Festival, esposizioni di opere d’arte come Miti&Mete, esposizione ormai con cadenza annuale, di arte contemporanea e il Veneto del Mistero, ormai evento fisso tra settembre e ottobre. Recentemente è stata inoltre restaurata una stanza, che oggi è la “stanza di Luigi da Porto”, dedicata al poeta, che, chissà, proprio qui fu ispirato nella stesura della sua novella, ammirando i dolci paesaggi esterni e i Castelli di Giulietta e Romeo di Montecchio Maggiore.

Grazie a questo intervento il fantasma del Conte da Porto, innamorato delle campagne montorsane, alloggia ancora e lo farà per sempre tra le mura della Villa da Porto.

Orari:

Durante le manifestazioni e gli eventi organizzati da Comune e Pro Loco

Indirizzo: Montorso Vicentino - Via Luigi da Porto
Telefono: 0444 685402 int. 5
GPS:45.48934384631554, 11.36462393444342

Costo del biglietto:
-3.00-5.00 ;