EREMO DI SAN GIORGIO
Da visitare la vicina chiesetta di San Giorgio, sorgente in una splendida posizione panoramica (m. 400).
Si sa di una possibile venerazione del santo intorno al mille, ma i primi dati certi sull'esistenza del fabbricato risalgono al 1571 anno in cui il Vescovo di Padova, in visita a Solagna, inviò un frate a visitare l'oratorio di San Giorgio: "Non è consacrato - scrive il padre delegato- Ha un unico altare sotto una piccola abside semicircolare. Spoglio di qualsiasi ornamento, tranne un quadro di San Giorgio, un fabbricato senza finestre e con un'unica porta ad occidente, con il tetto che lascia passare la pioggia, senza pavimento e privo di campana".
La stessa situazione si presentò agli occhi del Vescovo Nicolò Galerio, allorquando, nel 1587, si recò in pellegrinaggio al sacello. Alcune riparazioni vennero subito intraprese, ma i disaccordi con San Nazario, le carestie e le pestilenze frenarono la rifabbricazione della chiesetta da parte dei cittadini di Solagna; comunque nell'anno 1612, con la salita all'eremo da parte del cardinale Gregorio Barbarigo, la chiesetta doveva apparire al visitatore abbastanza simile a quanto appare oggi a chiunque si approcci al sacello: aveva il campanile, in adiacenza ad essa era stata edificata una piccola costruzione quale dimora per due eremiti, ed era dotata di una cisterna per l'approvvigionamento dell'acqua.
Verso la fine del Seicento, la chiesetta, abbandonata dagli eremiti, comincia a dare segni di deperimento; la popolazione ne decide quindi il restauro ed il risanamento, viene risistemato il tetto, risanate le murature e ricostruito il campanile. Per più di un secolo l'eremo subisce lo scorrere del tempo in una sorta di oblio che lo vede sempre meno visitato da viandanti e fedeli, talché, al posto dell'eremita, il Comune di Solagna ne da l'uso d'abitazione ad un famiglia con l'obbligo di custodire la chiesa.
Durante la prima guerra mondiale fu adibito ad usi militari, ma già nel 1922 i lavori di restauro erano a buon punto: rifatto l'altare e il pavimento, rimessa in opera la campana (l'originaria era stata trafugata) e ripitturate le murature.
Dal 1970 in avanti, con la nascita del Gruppo Amici di San Giorgio, la chiesetta ritrova le dovute attenzioni e viene sottoposta a costanti interventi di manutenzione, sia per quanto attiene al manufatto che per le aree circostanti.
Molto interessante è la tomba rupestre, di probabile epoca precristiana, scavata nella roccia prima dell'ultima rampa di scale che porta al sacello.
Una volta visitato l’eremo di San Giorgio si può proseguire su per le “Creste di San Giorgio” un percorso un po' difficile che vi porterà all’imbocco della strada del Penise per poi raggiungere Col Moschin, Col Fenilon, Col Fagheron e infine San Giovanni Colli Alti.