Itinerario gastronomico nel Basso Vicentino
Le Ville e i Colli sono i due elementi che fanno del Basso Vicentino una terra che merita di essere visitata. Se poi ci aggiungiamo i prodotti agroalimentari dei Colli Berici (questa è la denominazione che spesso li accomuna) allora non c’è dubbio che qui c’è di che passare un soggiorno davvero unico. Tra le specialità alimentari da gustare, vale la pena soffermarsi su una delle chicche gastronomiche dei Colli, il prosciutto della Val Liona, che dal 1996, ha ottenuto il riconoscimento comunitario della Denominazione di Origine Protetta (Dop) con la denominazione di Prosciutto Veneto Berico Euganeo.
La zona di produzione si estende grosso modo al triangolo Montagnana-Lonigo-Noventa, che fa ponte fra i Colli Berici ed Euganei. I prosciutti giungono sui banchi dei salumieri dopo una stagionatura prolungata per 10-12 mesi, quando raggiungono l’ottimale profumo, dolcezza e colore che li contraddistinguono dagli altri.
Non è da meno il tartufo nero dei Berici, simile a un semplice tubero, come la patata, e chiaro indicatore ambientale, visto che abbonda solo dove il bosco è sano. Sono ben quattro le specie di tartufo nero, nei Colli Berici: “pregiato”, “d’estate” o “scorzone”, “d’inverno” e “ordinario”.La gastronomia vicentina, in particolare, utilizza lo scorzone per arricchire la preparazione di molti primi piatti, come risotti, lasagne e zuppe. “Epicentro” della zona di ricerca è Nanto, che in luglio onora questo dono dei Colli con una festa.
Fa addirittura parte dell’Associazione Nazionale Città dell’Olio Extravergine di Oliva il comune di Barbarano Vicentino, da sempre produttore di uno degli alimenti principi della tradizione gastronomica del Mediterraneo. Nei Colli Berici, l’olivicoltura trova terreno fertile e adatto a creare una qualità ideale per il consumo sulle verdure crude, visto che si tratta di un olio genuino e ricco di gusto. Oltre a Barbarano, l’olio extravergine di oliva viene prodotto anche nella zona di Nanto, Villaga, Castegnero e Sossano.
Si concentra, invece, nella località di Castegnero il centro cerasicolo d’eccellenza dei Colli Berici sud-orientali, con una produzione stimata in oltre tremila quintali. Qui, ai piedi delle rupi della Riviera Berica, le ciliegie maturano molto presto e possono vantare una varietà specifica, la Mora di Castegnero, simile alla celebre Mora di Vignola. Per assaporare al meglio questo dolce frutto, basta trovarsi in zona tra fine maggio e inizio giugno.
Ma la fama dei Colli Berici si giustifica soprattutto per i vini: Cabernet, Pinot bianco, Sauvignon e Tocai Rosso (ora denominato Barbarano), che si abbina alla perfezione con il Prosciutto dei Berici ed è ottimo con salumi e primi piatti della cucina locale, incluso il Bacalà alla Vicentina (c’è anche una omonina Strada dei Vini).
Una visita con taglio enogastronomico la merita anche Lonigo, che può vantare diversi prodotti tipici che identificano il territorio. Basti pensare che la cittadina viene considerata un polo produttivo di prim’ordine nel settore caseario, grazie al provolone Valpadana Dop, formaggio tondeggiante a pasta filata. Due le varietà da gustare, entrambe squisite: il provolone dolce, fatto con il caglio di vitello, e il provolone piccante, ottenuto con caglio di capretto o agnello.
Una dolce contesa, poi, mette da sempre di fronte Lonigo e Cologna Veneta, nel veronese: è la produzione del mandorlato, un candido torrone, dove le mandorle sono legate da miele e albume. Tipico dolce natalizio, il mandorlato oggi viene utilizzato tutto l’anno per la preparazione di eccezionali semifreddi e nell’alta pasticceria.
Degno di nota anche il riso di Bagnolo di Lonigo, prodotto in due varietà: il Vialone Nano, ideale per risotti mantecati e minestre dense, e il Carnaroli, destinato a impieghi d’alta cucina. Produzione di pregio, a Lonigo, anche negli insaccati, dai più conosciuti, quali sopresse, salami, coppe, pancette, salsicce e cotechini, ai meno consueti, reperibili solo a livello artigianale: la sopressa con la braciola, la pancetta salamata, i cotechini “con lo sgrugno”, detto musetto, e quello con la lingua.
L’ultima tappa tra gli itinerari vicentini del gusto, non certo per qualità ma per posizione geografica, è Asigliano, dove spiccano due prodotti che hanno saputo ritagliarsi una nicchia di mercato molto ricercata. Sono la patata dorata delle terre rosse del Guà, tubero dalla buccia brillante e dal gusto insuperabile, e il rinomato radicchio rosso, una varietà a cespo globoso e sodo, con foglie venate di bianco, croccanti e sapide. Quest’ultimo viene coltivato anche nelle vicine località di Poiana, Orgiano e Sossano.