Risalendo la Val di Nos
È la Valle, che ha la sua testata nei pressi delle “Busette” di Gallio e la sua parte terminale nel territorio posto fra Gallio e Asiago, così da lambire il greto del torrente Ghelpach: scorre da nord a sud fra due versanti, che generano un fondovalle dapprima stretto e angusto, poi assai ampio e spazioso, che i galliesi chiamano “Bathal” (dal cimbro “la valle dei muretti a secco”), e infine si restringe per scendere dolcemente lungo il cosiddetto “Gastagh Longo”.
Per arrivarci si parte dal centro di Gallio, si percorre la strada che porta alla Valle del Pakstall e poi sale fino all’antica Contrada Costa, per immettersi dopo l’ultima casa nella mulattiera, che raggiunge il valico dello Skalch e ridiscende fino all’acquedotto e al Capitello in Contrada Xebbo.
Si attraversa la strada asfaltata e si sale fino all’ultima casa, che si lascia sulla destra per seguire la mulattiera, che giunge al limitare del bosco di abeti. Si prosegue su strada bianca fino a “Passo Stretto” e oltre per toccare dapprima il cosiddetto “Cimitero dell’Etzenplatten” (dal cimbro “pascolo su fondo roccioso”) e poi successivamente la località “Quattro strade”. Prendendo a destra si sale lungo una mulattiera a tornanti volgarmente chiamata “Claff” (dal cimbro “soffione”, fiore del tarassaco), che raggiunge un pianoro in prossimità di Malga Fiaretta; prendendo a destra si raggiunge Monte Ongara di Dietro, dove s’innalza il monumento-altare in onore di Papa Giovanni Paolo II, eretto in ricordo della sosta del Pontefice in questa località avvenuta il 16 luglio 1988.
Proseguendo, si raggiunge Malga Ongara di Dietro, da dove si può ammirare un panorama amplissimo, che comprende l’intero Altopiano meridionale, l’acrocoro settentrionale con l’Ortigara e Cima XII e ancora più a nord le affascinanti vette delle Dolomiti del Brenta. Proseguendo lungo il crinale in direzione Malga Ongara Davanti si viene spesso accompagnati dalle tristi vestigia della Grande Guerra, che qui ha lasciato segni indelebili, nonostante siano trascorsi da allora cent’anni: trincee, camminamenti, gallerie, ricoveri e buche di granate.
Oltrepassata Malga Ongara Davanti il sentiero discende verso la Croce dell’Ongara e, quindi, alla località “luft” (dal cimbro “vento”) per arrivare infine alla Contrada Costa e al centro di Gallio.
Il percorso presenta realtà storico-ambientali notevoli. La Valle è di origine glaciale, come lo dimostrano i ghiaioni morenici, i grossi massi erratici disseminati un po’ ovunque lungo la valle e le consistenti sedimentazioni sabbiose che affiorano soprattutto nel tratto chiamato “Bathal”. Inoltre nelle abetaie, che ricoprono i fianchi della valle, è facile incontrare il timido capriolo, il maestoso cervo, la veloce lepre e il furtivo tasso, oltre a una straordinaria varietà di fiori e funghi.
Dal punto di vista storico, la Valle vide, nella primavera del 1916, l’insediamento di numerosi reparti dell’esercito austro-ungarico, che proprio da qui presero le mosse per invadere l’Altopiano fino a Marcesina per poi ritirarsi su una linea più facilmente difendibile, che correva dall’Ortigara fino al Cengio. Della presenza austro-ungarica fa fede il Cimitero dell’Etzenplatten, che i Galliesi chiamano “Cimitero dei Turchi” in quanto vi furono sepolti, accanto a 1646 soldati italiani, anche 485 soldati bosniaci di religione mussulmana.
Livello di difficoltà: medio/difficile