CRONOTIPIE DI SERGIO BIGOLIN

[…] L'incontro è tra un uomo e un paesaggio. Ma l'uomo è piccolo e solo e il paesaggio una distesa sconfinata di boschi. Così posto il rapporto è impari. La tensione insostenibile. Finché l'uomo entra dentro il paesaggio. E al contempo – specularmente – il paesaggio si trasfonde nell'uomo.

Il tempo è quello del lentissimo risveglio primaverile, delle ultime ostinate notti di neve, dei giorni trascorsi dall'eco di un risveglio che verrà. Per gli occhi quantomeno. Ma intanto è già un affare di naso e di pelle, come un solletichio alcolico nel silenzio frusciante dell'aria.

La bella serie di stampe e acquerelli di Bigolin è il frutto precoce di questo tempo e di questo incontro.

È un'equazione lirica tra il “dentro” e il “fuori” – bordo e risvolto, perfettamente reversibili – risolta in una essenzialità di colori, di forme, di chiaroscuri che ci apre a lente risonanze interne. […]

La serie scandita dal ritmo dei tronchi in primo piano, quasi un filtro, un diaframma che si apre verso il “dentro” del paesaggio: spartiti verticali in cui la melodia asciutta dei nudi tronchi si libra sull'armonia dello sfondo. […]

Guardate – per capire la forza del procedimento artistico – guardate quei paesaggi in cui lo sguardo si allarga e approfondisce in abbracci panoramici (e di notturni verrebbe di parlare per le melodiche acute flautate scansioni di chiari e di scuri): hanno il fascino e la delicatezza di orientali dipinti di china. La luce è qui l'oggetto assoluto del fare artistico. E il fare artistico un percorso di luce.

E se la scansione di macchie scure (con le caratteristiche nervose incisioni a suggerire le presenze vegetali) e vuoti si inscrive in un intento e un risultato sicuramente figurativi come non sentire che, in virtù dell'identificazione uomo-paesaggio, si tratta anche di tomografie dell'animo (su cui il tempo incide enigmatici ideogrammi)?

Anche gli acquerelli sono pervasi dalla stessa ispirazione: essenzialità nei tocchi e nella tavolozza, candore di paesaggi che bevono luce, suggestività ed evocatività delle forme. […] Ogni scena è una finestra aperta sui lirismi pacificati dell'io. Fino all'astrazione, ormai bidimensionale, delle chiazze di colore, che disfa il paesaggio interiorizzato in stato d'animo.

Il risvolto (del “fuori”, del tempo, dell'io) si è fatto quotidiana consuetudine. Il paesaggio specchio. L'arte ciò che in questo specchio vedi ad occhi chiusi in un lentissimo risveglio.

 

Roberto Nassi (da “Vermontiana”, 2006)

Categoria: Mostre
Data dell'evento:
01/09/2018 - 15/09/2018
Sito web: www.qubimedia.it
Telefono: 0444 1871902
Indirizzo: pin Qu.Bi Gallery - Corso Fogazzaro, 21 Vicenza