LA CIVILTÀ DELLE VILLE VENETE
Tra la fine del '400 e l'inizio del '500 una serie di avvenimenti furono causa di radicali cambiamenti a livello europeo e Venezia, città aperta agli influssi internazionali, ne accolse ogni novità. La sconfitta di Cambrai (1517) non fu per la Serenissima l'inizio della fine, quanto piuttosto un'importante occasione di riflessione destinata a condurla verso momenti fondamentali della sua storia. Uno fra tutti quello della nascita della Civiltà delle Ville, frutto di un nuovo atteggiamento della politica veneziana nei confronti della terraferma.
La sconfitta di Cambrai sottolineò infatti come fosse fondamentale il dominio ed il governo della terraferma, iniziando da una nuova organizzazione e fortificazione dei territori al fine di "valorizzarne le energie e sfruttarne le risorse".
Dalle città confederate alla Serenissima si profilò un'aristocrazia che fece sorgere nelle campagne un nuovo e più aperto sistema feudale direttamente controllato da una magistratura di Venezia. Non fu un caso infatti che da metà '500 in ogni paese non sorgessero più castelli fortificati, ma ville aperte alla vita della campagna ed ai nuovi influssi culturali ed artistici.
Figura emblematica di questo nuovo atteggiamento artistico e culturale è Andrea Palladio che riuscì a coniugare nelle sue architetture il ritratto e l'esaltazione del committente senza perdere di vista il ruolo della villa nell'economia della campagna.
Nacquero così le sue ville "mai troppo auliche" che in ogni situazione cercarono di adattarsi alle funzioni e all'ambiente che le circondava. Quest'abilità palladiana è particolarmente leggibile qui nel Basso Vicentino, area in cui vennero effettuati impegnative bonifiche delle terre ed in cui l'aristocrazia che vi s'insediò, pur animata dal gusto per il bello ed il prezioso, evitò di ostentare oltremodo il proprio status preferendo obbedire a criteri di utilità e funzionalità legati alla conduzione dei campi. Tre sono i casi emblematici: villa Saraceno a Finale di Agugliaro, villa Ferri - Pisani a Bagnolo di Lonigo e villa Pojana a Pojana Maggiore. In tutte queste ville rustiche il corpo padronale dotato di ampi granai e cantine, nel progetto venne sempre contornato dai volumi delle barchesse, dei portici e delle colombare.