Questo angolo verde di Schio, naturalmente presenta un dolce pendio verso il colle, è stato trasformato ed abbellito dal 1864 fino 1878; erano infatti originariamente presenti nell’area strutture funzionali al vicino opificio come asciugatoi e stenditoi per i panni lana.
Nell’1878 fu definitivamente demolito anche l’edificio che occupava la Tessitura Jacquard (l’originario lanificio di N. Tron), il quale era collegato - come si nota in documenti storici del 1859 - con la fabbrica F. Rossi mediante un cavalcavia aereo; la tessitura fu sostituita con la “Tettoia per gli operai” realizzata dall’ingegnere E.L. Pergameni e ancora visibile sul lato sinistro rispetto all’elegante cancellata d’ingresso.
L'opera è dell’architetto vicentino A. Caregaro Negrin mentre la cura della notevole varietà di piante porta la firma di Marco Restiglian dell’Orto Botanico di Padova. L’architetto ha saputo abilmente inserire nuovi elementi a quando già esistente nel contesto: le due case d’angolo rivolte verso l’attuale Via Pasubio, la torretta ottagonale con tetto a pagoda e la cinquecentesca chiesetta di San Rocco (risistemata in stile neogotico) alla sommità del colle. La torretta chiudeva un tempo lo stabile qui presente e destinato alla tessitura, ed era anticamente destinata a contenere i “pisciatoi” in base all’usanza di utilizzare l’urina nel processo di lavorazione della lana per la sua forte percentuale d’ammoniaca; fu trasformato poi in torre uccelliera seguendo i canoni tradizionali del paesaggio e della villa rurale veneta.
Sul lato destro del giardino osserviamo il Teatro Jacquard che si estende verso la parte posteriore del parco; l’edificio era inizialmente destinato ad abitazione per il custode, stalla, magazzino, ma subì una trasformazione nel 1869 divenendo una sala teatrale polivalente capace di accogliere 800 persone.
La facciata in stile lombardesco è arricchita da dodici medaglioni, che rappresentano illustri personaggi scledensi. Orientando lo sguardo verso sinistra si è catturati dalla serra a forma concava che sembra quasi essere un sipario che cela il ninfeo retrostante; tutta l’area posteriore è caratterizzata da un sistema di grotte, brevi camminamenti e gradinate, balconi belvedere e popolata da figure mitologiche.
La precisa collocazione di questo giardino - con la sua ricchezza d’essenze vegetali anche esotiche, trova armonico inserimento tra il vecchio centro storico della città e l’area di sviluppo degli opifici nei pressi della Roggia. In questo splendido giardino romantico fu collocata nel 1899 una statua di bronzo dello scultore milanese Achille Alberti che rappresenta il noto imprenditore scledense dell'800 Alessandro Rossi in età avanzata.