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L’idea della “Nuova Schio”, ossia di un moderno e gradevole quartiere per i proprio dipendenti, da far sorgere a sud-ovest di Schio nello spazio denominato “Prato del Comune”, nasce nella mente dell'imprenditore Alessandro Rossi guardando a quanto realizzato a Verviers, in Belgio.

Sul finire del 1871 l’architetto Antonio Caregaro Negrin riceve l'incarico di impostare un progetto sull’idea romantico-utopistica della città giardino, cioè con i fabbricati collocati in un ampio spazio verde, delimitato da due assi principali: quello che dall’Asilo di Maternità incrocia via Pasini e finisce alla stazione ferroviaria, e quello che collega la Fabbrica Alta al torrente Lèogra. Oltre alle abitazioni, distinte in quattro categorie, sono previsti una dozzina di servizi, sia a livello urbano (asilo, bagni, scuole, chiesa, teatro) sia a livello di quartiere (negozi e luoghi di ritrovo). Iniziati nel 1872, i lavori si protrarranno fino al Novecento e il progetto si piegherà alle esigenze economiche e gestionali.

Mantenuti i villini per i dirigenti dell’azienda, tra cui spicca la villa di Giovanni Rossi, uno dei figli di Alessandro, il resto muta in modo consistente d’immagine: vengono rettificati gli andamenti curvilinei della viabilità interna, vengono inserite case a schiera all’inizio non previste, onde raggiungere una maggiore densità abitativa. Alla fine, dai 125 alloggi per 800 abitanti del progetto iniziale si giungerà a costruire 272 abitazioni per 1300 abitanti, pari a quasi il 10 per cento dell’intera popolazione scledense del tempo.

Indirizzo: Schio - Via A. Rossi
GPS:45.711111, 11.349722