Monte Zebio
Il percorso indicato è molto suggestivo, anche se può presentare qualche difficoltà sia per l’orientamento che per il transito.
Partendo da Asiago si raggiunge in breve la contrada Bosco, a Nord del centro e qui si parcheggiano gli automezzi.
Si prosegue a piedi per la vicina contrada Buscar da cui si sale per una mulattiera verso il Monte Rastach (m. 1214). Qui si possono notare i resti di vecchie postazioni italiane poi cadute in mano agli austriaci. Dalla verde dorsale del Rastach, per la strada o per alcune scorciatoie nel bosco, si raggiunge la sommità dell’Interrotto (m. 1412) dominata dai ruderi di un cosiddetto forte. In realtà si tratta di una ex caserma difensiva senza opere corazzate o artiglierie usata nell’anteguerra dagli alpini che fornivano la guarnigione fissa con compiti di esercitazioni nella zona attigua.
Dal forte si continua per la strada che attraverso il bosco porta al Monte Mosciag (m. 1556) dove si notano tre cimiteri militari austriaci. Questa era una zona di retrovia austriaca. La strada che aggira i cimiteri a Nord e inizia una discesa in direzione di Asiago, ben presto la si abbandona prendendo un sentiero non ben segnato che attraverso resti di trincee e di manufatti bellici porta alla dorsale del Monte Zebio. Una volta arrivati sul dosso si scende verso il monumento eretto a ricordo dell’esplosione di una mina (Scalambron). Da qui si raggiunge la non lontana casara Zebio e si possono visitare le sovrastanti trincee di Crocetta Zebio, recentemente ripristinate.
Si scende in direzione Sud-Ovest per una mulattiera che porta al rifugio Stalder.. La discesa per questa Valle, chiamata appunto pista Stalder, presenta qualche difficoltà ma porta ben presto alla carrareccia che verso Ovest ci fa raggiungere le contrade Nord di Asiago, tra le quali la contrada Bosco dove si ritrovano i mezzi.
Il percorso suggerisce numerosi spunti storici e dà modo di imbattersi facilmente in esemplari di flora e fauna alpine molto interessanti. Qualche difficoltà di orientamento si può trovare tra il Mosciag e la dorsale dello Zebio per l’intricato terreno e la scarsa segnaletica.