Monte Ortigara
Per tutti coloro che hanno in cuore la civiltà dei ricordi, per alpini o ex alpini cui questa zona è sacra ed infine per chiunque intenda fare un’escursione ricca di suggestioni storiche e naturalistiche, il Monte Ortigara è una meta assolutamente obbligatoria. Epicentro di due battaglie, luglio 1916 prima, giugno 1917 poi, il Monte Ortigara era l’ultimo baluardo che l’esercito austriaco opponeva alla riconquista dell’altopiano da parte italiana che aveva per obiettivo la Cima Portule (Kempel) al limite tra Altopiano e Trentino.
L’ampio piazzale tra Monte Lozze (mt. 1920) e Monte Fasolo (mt. 1911) consente il parcheggio dei mezzi provenienti da Asiago-Gallio, Valle di Campomulo. Dal piazzale Lozze ogni proseguimento con mezzi non autorizzati è vietato e il territorio è stato dichiarato “zona sacra”.
Proseguendo la catena limite della zona sacra, per la mulattiera si può raggiungere l’Ortigara per tre principali itinerari che richiedono dalle due alle cinque ore di buon cammino.
Per un escursionista che voglia approfondire la conoscenza del terreno e gli eventi storici svoltisi quassù, indichiamo un itinerario che permette di osservare le linee italiane e le linee austriache, dando così l’impressione di calarsi dentro i fatti bellici nel modo più realistico. Sarà una esperienza suggestiva.
Salendo per una decina di minuti lungo la mulattiera oltre il limite della zona sacra si devia a destra per Busa della Campanella dove si possono notare i resti di un ex cimitero militare, trincee e postazioni italiane. Con una ripida, ma non lunga salita, si arriva alla Selletta della Campanella da dove si ha la prima visione dei luoghi della battaglia. Dopo pochi minuti di salita lungo un sentiero segnato di giallo si arriva alle immediate pendici del Monte Campanella (mt. 1989). Il sentiero scollina a destra e sorpassando un cordone di rocce caratterizzato da ampie gallerie, porta alla mulattiera che raggiunge l’osservatorio Torino, caratteristica postazione a strapiombo sulla Valsugana dominata da panoramiche feritoie.
Si prosegue sempre per la mulattiera fino alle caverne che costituivano il deposito idrico per le truppe di prima linea italiane e con breve salita si arriva alla croce sommitale di Monte Caldiera, dagli austriaci chiamato Cima Maora (mt. 2123). Da quassù si domina un bellissimo panorama, a 360°, con vista alla Marmolada, alle Dolomiti, al gruppo del Brenta, ai Lagorai, ecc. fino a spingere l’occhio sulla Laguna Veneta, facilmente visibile nelle giornate più limpide. Sorpassando una serie di trincee e postazioni italiane si scende a Pozzo della Scala, ampio imbuto che serviva al raduno dei reparti prima dell’assalto finale all’Ortigara. Anche qui resti di postazioni, di baracche, di trincee, un cimitero militare e una scalinata di tronchi di legno che dà il nome alla località.
Si segue ancora il sentiero segnato di giallo che attraverso il terreno roccioso porta all’orlo sulla Valle dell’Agnellizza, tristemente denominata il Vallone della morte data l’enorme quantità di soldati caduti e, rasentando l’ex cimitero militare di Passo dell’Agnella e oltrepassando l’Agnelizza, si comincia salire verso Passo dell’Agnella.
Ancora gallerie, trincee, camminamenti e, proprio per uno di questi con ripida ma breve salita si attraversa la “Caverna Biancardi”. Si sale ancora per arrivare alla quota 2101 del Monte Ortigara dove è eretto, dal 1967, un cippo commemorativo in onore delle truppe austriache qui cadute.Siamo in pieno territorio controllato, durante gli eventi bellici, dai soldati austriaci e possiamo notare i loro ricoveri e le loro trincee.La cima fu conquistata dagli alpini il 10 giugno 1917 e più volte ripresa e perduta dagli austriaci fino a restare definitivamente in mano italiana.
Da qui, infatti, partì l’assalto finale alla quota 2105 il 19 giugno con azione concomitante di altri reparti alpini che tentavano la conquista scalando le pendici ad Est del Monte.
Si potrebbe qui in pochi minuti salire sulla quota sommitale dell’Ortigara ma, per questa escursione, preferiamo continuare per il sentiero che sovrasta sulla destra la Grossen Dolinen dove esisteva un posto di medicazione austriaco.
Passando per il valico detto Passo di Val Caldiera da dove un sentiero scende fino a Olle in Valsugana, si arriva alla “Sapeur Dolinen”- “Dolina degli Zappatori” .- Anche qui, dove era la sede del comando austriaco del settore, sono visibilissimi i resti dei fabbricati e manufatti austriaci.
Sorpassata la dolina, si scollina a Sud verso l’estesa conca che costituisce la testata della Valle dell’Agnella e, attraverso una zona rocciosa ricca di flora alpina si risale verso il cimitero austriaco dei Campigoletti e da qui per facile sentiero si scende in Valle dell’Agella, risalendo poi verso l’Ortigara. Si giunge il luogo dove una campanella posta dalle donne di Rovigo a ricordo dei caduti. Poco oltre si può osservare la Dolina del Circo (Circus Dolinen). A trecento metri si trova la colonna mozza posta dall’Associazione Nazionale Alpini nel 1920 a ricordo della battaglia e dei caduti alpini.
Proprio di fronte alla colonna inizia il sentiero bianco-rosso-verde che scende lungo la pendice Est dell’Ortigara fino in Valle dell’Agnelizza, passando davanti ad una piccola baita pastorile e proseguendo per un saliscendi arriva al Monte Lozze. Una statua della Madonna con le penne mozze in mano, una chiesetta eretta dagli alpini nel 1917 ed un piccolo sacello ossario, caratterizzano questo luogo meta di diversi pellegrinaggi. Presso la chiesetta, targhe e lapidi oltre ai resti di opere militari, ricordano gli eventi bellici. Nelle immediate adiacenze sorge anche il rifugio “Cecchin”. In pochi minuti, per una facile mulattiera, si scende a Piazzale Lozze dove si trova il parcheggio degli automezzi.