La Valle dei Mulini
La Valle, caratterizzata da una geologia tutta particolare, è una delle poche sorgenti attive dell’Altopiano. Prende il nome dalla presenza, nel corso dei secoli passati, di una serie di mulini ad acqua e di opifici, che ne hanno fatto il primo insediamento proto industriale dell’area, menzionato già nel 1598 da F. Caldogno, Ispettore della Repubblica Veneta. L’acqua della sorgente venne debitamente incalanata fin dal Medioevo allo scopo di far girare contemporaneamente ben otto ruote per macinare frumento e orzo e per frantumare la corteccia degli abeti bianchi (in cimbro “tanna”) al fine di ottenere il “tannino”, che veniva impiegato nella concia delle pelli.
Alcune strutture, recuperate qualche anno fa, permettono di compiere un appassionante viaggio nel tempo per riscoprire antichi mestieri e ammirare quella lussureggiante flora igrofila, che appare anomala per un territorio carsico come quello dell’Altopiano dei 7 Comuni.
Il percorso è sufficientemente agevole e facile, però non del tutto privo di insidie dovute soprattutto al terreno umido e scivoloso. Si parte a piedi dal centro del paese di Gallio in direzione di Bassano del Grappa, si oltrepassa il Parco della Fratellanza, si percorre la Via Ech e all’altezza della deviazione per il Colle Ferragh si gira a sinistra e si scende fino alla sorgente, che sgorga da una fessura orizzontale della roccia, e ai resti del mulino, che funzionò fino agli anni cinquanta del secolo scorso. Questo mulino, negli anni della Grande Guerra, agì anche come Centrale Idroelettrica ad opera del Genio Militare Italiano. Dall’edificio è possibile scendere al fondo valle e, rasentando il torrente, raggiungere la Contrada Ronchi Davanti, uno dei più antichi borghi abitati del Comune di Gallio. Il toponimo “Ronchi” è riconducibile al verbo latino “runcare”, che significa “mettere a coltura terreni disboscati”.
Livello di difficoltà: facile