Cima Dodici
E’ la cima più alta non solo dell’Altopiano, ma di tutta la provincia di Vicenza. Per raggiungere l’inizio del nostro itinerario, da Asiago si prende la strada per Gallio e quindi per Valle di Campo Mulo fino a Bivio Fossetta e si prosegue per la strada dell’Ortigara. Ai piedi del Monte Frate si parcheggiano i mezzi e si prosegue a piedi per una strada sterrata che porta a Bivio Italia. Oltrepassato il Bivio di Spiazzo delle Saline, si continua fino al rifugio Adriana e, sempre per carrareccia, fino alla Selletta Caviglia (targa segnaletica). Questa zona abbonda di marmotte ed è possibile vederne numerosi esemplari.
Durante la prima guerra mondiale era la retrovia dello schieramento della 29^ divisione comandata dal generale Caviglia e proprio da qui e dal vicino Monte Palo, è partito l’attacco al Monte Forno, caposaldo austriaco a protezione degli accessi al Bivio Italia negli anni 1916-17. Tutta la zona abbonda di resti di manufatti militari, di targhe e cippi, resti di cimiteri militari, ecc. Poco più oltre, sempre sulla stessa strada si arriva al bivio di Malga Mazze, proprio alle immediate vicinanze del Monte Forno. Trincee, gallerie, manufatti militari pressochè distrutti testimoniano per tutto il percorso le tragiche vicende accadute nel periodo bellico.
Proseguendo per qualche centinaio di metri si osserva, a sinistra della strada, una grande dolina dove è eretta una chiesetta a ricordo di un ex cimitero militare. In questa zona, chiamata Busa della Pesa, si possono ancora notare i ruderi del comando del 27^ reggimento austro-ungarico “Koenig der Belgien”.
Sempre continuando per Bivio Italia, si perviene alla Carl-Strasse, una delle strade degli Arciduchi costruita dai militari austriaci. Immediatamente dopo, si apre un sentiero ben segnato per Cima Dodici. In circa un’ora di salita, nell’ultimo tratto molto erta, si raggiunge la vetta del monte dominata da due croci sommitali.
La panoramica da quassù è veramente ottima, a 360° sull’Altopiano e sulla Valsugana. Scendendo dalla cima, per evitare il sentiero di andata si segue la dorsale sommitale e con un percorso un po’ ardito, ma suggestivo, si scende per un ripido canalone abbondante di flora alpina fino a ritrovare il sentiero originario e si prosegue in direzione di Bocchetta Portule.
Lasciato il sentiero dopo qualche centinaio di metri, si prosegue attraverso una curiosa pietraia, terreno solcato chiamato “Le Gradele” e si sale verso Cima Pallone (mt. 2159) dove è ancora visibile una lunga galleria che testimonia i resti dell’arrivo di una teleferica austriaca per i rifornimenti ai combattenti dell’Ortigara e che in tempo di guerra suscitava l’incubo e la curiosità delle truppe italiane che non si rendevano conto, data la particolarità del terreno, da dove provenissero i rifornimenti al nemico.
Dirigendosi ora in direzione Est per terreno accidentato, dopo qualche centinaio di metri, ci si ritrova su un sentiero che scende attraverso un valloncello e che porta alla Eugen Strasse e al Bivio Italia. Si prende la strada di destra e poco appresso si incontra un secondo bivio con altro monumento: la Mecenseffy-strasse (altra grande strada degli arciduchi). Da quest’ultimo bivio, prendendo la strada di sinistra, per comoda mulattiera si arriva al Monte Forno, a Spiazzo delle Saline ed infine alle pendici del Monte Frate, dove si ritrovano i mezzi per il ritorno.
L’escursione descritta è molto bella ed interessante sebbene si presenti un po’ lunga. Ricca per spunti storici e altrettanto suggestiva per i panorami che la rendono oltremodo attraente è senz’altro una delle escursioni più interessanti che l’Altopiano offre.