HM, HE, HA

Parte prima: Pesce Khete e Michele Tocca
1 giugno 2024 – 14 settembre 2024

Parte seconda: Luca Bertolo e Manuele Cerutti
5 ottobre 2024 – 11 gennaio 2025

Il titolo HM, HE, HA è fatto di piccole esclamazioni che spesso sottolineano, quasi inconsapevolmente, la prima visione di un’opera d’arte, esprimendo di volta in volta riflessione, sorpresa, perplessità o interrogazione. Julian Barnes, un autore amato dagli artisti in mostra e dai due curatori, diede quel titolo a una sua conferenza, ricordando come Edgar Degas ritenesse quelle esclamazioni tutto quanto avesse senso dire di fronte a un dipinto, giudicando di troppo ogni altro commento.

Quei suoni accompagnano anche gli artisti nel loro lavoro, in modo particolare i pittori che operano per approssimazioni, pause e ritorni all’opera e vanno scoprendo il loro risultato mentre reagiscono alla pittura nel suo farsi.

Le due esposizioni nascono dal desiderio di riconoscere l’importanza di un lavoro pittorico che accoglie la riflessione creativa, l’indugio, il dubbio, che si nutre di ostacoli, e che, anzi, li va cercando, per tenere a bada il rischio della maniera, perché la cifra personale, da tratto autentico, non divenga un facile metodo.

Non è dunque un tema, o uno stile quello che accomuna i quattro artisti, ma un’attitudine che fa della pittura un esercizio di continua interrogazione dei suoi limiti.

L’ingresso del Torrione mostra quattro autoritratti degli artisti - veri e per metafora – scelti come forma di presentazione di sé, tra ironia e autenticità: una donna primitiva a rappresentare l’opera di Pesce Khete, un ritratto del pittore “primitivo” André Derain disegnato da Michele Tocca, la testa scolpita di un centauro, posata a terra, ritratta da Manuele Cerutti e un autoritratto di Luca Bertolo dipinto senza guardare il foglio e il movimento della mano.

La Parte prima della mostra presenta intrecciati i percorsi di Pesce Khete e Michele Tocca, attraverso circa 35 opere realizzate in anni recenti. Ogni piano del Torrione porrà a confronto le loro visioni attraverso alcune risonanze di immagini e atmosfere che a loro volta reagiscono alla presenza dell’architettura, alla sua caratterizzazione storica di luogo di osservazione e guardia del territorio. Sono infatti opere che in modo diverso danno forma a un sentimento di attesa e allerta e che vivono di una dimensione temporale indefinita, tra l’oggi e il passato.

Le opere su carta di Pesce Khete hanno accolto nella loro forma e nell’immaginario che emerge dai liberi percorsi del disegno pittorico, un ricordo di primo Novecento: figure di soldati in pausa, come in una guerra di posizionamento, emergono attraverso deformazioni da gazzetta satirica. Accanto a queste trovano spazio improvvise aperture paesaggistiche di respiro lirico, ma anche, in controcanto, concitati avvitamenti del segno e dello spazio, sovrapposizioni materiche e oggettuali al limite del parossismo visivo.

Alla terrosità dei sogni da trincea di Pesce Khete risponde un Fango di Michele Tocca e le sue Mura con le loro pareti verticali a riempire lo spazio della tela e le stratificazioni del laterizio a creare un gioco di mise en abyme con i muri del Torrione. Le sue aperture sui cieli e gli studi di nuvole hanno un rapporto di affinità elettiva con un orizzonte di Pesce Khete che non a caso porta un riferimento all’artista amico nel titolo. Il dialogo si sviluppa giocando di sponda, in una reciproca intensificazione degli sguardi: spesso la centralità di oggetti del quotidiano in Tocca accende l’identificazione di motivi figurativi nelle opere di Pesce Khete e la forza visiva delle grandi dimensioni di quest’ultimo consentono di comprendere l’inabissarsi dell’attenzione nelle piccole tele dell’altro, la loro tensione raccolta in poco spazio.

La trama del confronto, tra pause e accelerazioni del ritmo, si sviluppa fino all’ultimo livello del Torrione, divenendo via via un racconto più rarefatto rispetto alla fisicità pittorica dei primi livelli, per arrivare all’ultimo – il quinto livello – il più aereo e disincarnato, che si apre sul paesaggio di Vicenza. In quell’ultimo spazio il sentimento di attesa, di un tempo che viene dopo l’accaduto, dopo l’intensità del lavoro, si condensa in forme del silenzio, nelle immagini riflessive di giacche brune, divenute poco più solide di ombre, appese contro pareti azzurro cielo. È la serie In one coat che Tocca ha realizzato per la mostra, intervallate dai Siliconi di Pesce Khete, anch’essi dipinti per l’esposizione e pensati per dialogare con le opere di Tocca e lo spazio del Torrione. Sono tracce di un tempo del dopo, immagini di una comunicazione scomparsa, a imitazione dei resti collosi che appaiono dietro cartelli e insegne rimosse. Quei Siliconi, i loro ghirigori corsivi da scrittura senza lettere, ci riportano alle piccole afasie enunciate nel titolo HM, HE, HA, alla sospensione della parola che fa posto al gioco di indugi tra pensieri e immagini.

Alla mostra, nelle sue due parti, sarà dedicata una pubblicazione in uscita per la fine dell’anno.

Info e prenotazioni
Ingresso intero: € 5,00
Ingresso ridotto over 65: € 4,00
Ingresso per gruppi organizzati (min.10 persone): € 3,00
Under18: gratuito
Giornalisti accreditati con tessera stampa: gratuito

Categoria: Mostre
Data dell'evento:
01/06/2024 - 11/01/2025
Telefono: 0444 043272
Indirizzo: Corso Palladio, 1 Vicenza