Difficile definire il castello di Thiene che proprio per le sue molteplici caratteristiche è un unicum nella storia dell’architettura veneta in terraferma. Noto come “castello” per le sue torri merlate e le severe mura di cinta che ne delimitano la proprietà, nulla in realtà ha di guerresco e difensivo.
Un’imponente mole squadrata racchiusa da due alte torri leggermente aggettanti ma ingentilita dalle ampie arcate ogivali del piano terra, dalla raffinatezza delle alte monofore trilobate, dalla pentafora gotica del piano nobile e dall’eleganza dei camini che costellano la sommità del tetto e che richiamano inconfondibilmente i quadri del Carpaccio. Inevitabile il confronto, anche dal punto di vista architettonico, con il Fondaco dei Turchi sul Canal Grande a Venezia, edificio con funzione mista residenziale-mercantile. Intorno alla metà del XV secolo Francesco seniore Porto commissiona una costruzione in Thiene, nella cui area possedeva vasti appezzamenti di terrà, sul sedime di un edificio esistente. Gli evidenti riferimenti formali all’architettura veneziana inducono all’attribuzione a Domenico da Venezia, ingegnere per la città di Vicenza, costruttore del Duomo e del palazzo della Ragione. Egli dovette rispondere alle esigenze del committente creando un complesso che fosse luogo di affari e di lavoro ma anche di delizie e di otium, così come poi Palladio interpreterà le necessità delle più importanti famiglie venete.
La villa veneta ha trovato infatti la sua più compiuta espressione nel XVI secolo con le costruzioni del famoso architetto che riuscì a sintetizzare le esigenze estetiche e funzionali in un tipo di villa che rimase sostanzialmente lo stesso fino alla caduta della Serenissima nel 1797. Ma Palladio non inventò il concetto di villa: rinnovò le forme che queste dimore agricole avevano già acquisito nel corso dei secoli precedenti.
Il Castello si pone quindi come precoce modello per i successivi sviluppi delle ville venete, in quanto residenza signorile e luogo di vita colta e raffinata in campagna dove erano legati gli interessi della famiglia. Per quattro secoli proprietà dei Porto, nel 1816 passa alla famiglia Colleoni-Porto e nel 1918, sempre per successione ereditaria, alla famiglia di Thiene attuale proprietaria. Più di cinquecento anni di vita trascorsi in trasformazioni, adeguamenti e manutenzione senza mai sconvolgere il suo aspetto originario. Così anche gli interni che conservano ancora mobilio d’epoca e un’estesa collezione di ritratti dal XV al XX secolo; i cinquecenteschi affreschi opera di G.B. Zelotti e G.A. Fasolo, allievi di Paolo Veronese, con episodi tratti dalla storia romana.
Al piano superiore la galleria impreziosita dalla singolare quadreria di soggetto equestre del XVII secolo. Un vero capolavoro le scuderie realizzate su disegno dell’Arch. F. Muttoni agli inizi del XVIII secolo. Anche il parco si è conservato nella sua originarietà: le maestose magnolie dalla forma conica, la vera da pozzo realizzata su disegno di A. Palladio, la grotta rinascimentale opera di Cristoforo Sorte - cartografo, pittore e architetto collaboratore di Palladio, magistrato sopra i Beni Inculti , la splendida cedraia, la ghiacciaia cinquecentesca. Esterna alle mura sorge la chiesa dedicata alla Natività di Maria Vergine con oratorio, sagrestia e casa del cappellano, un piccolo gioiello gotico che conserva sull’altare un’ancona attribuibile a Pietro Lombardo.
Il Castello oggi si inserisce in un contesto completamente urbanizzato nel cuore del centro storico di Thiene di cui ne è il simbolo.