Il complesso delle cave sotterranee dei “Covoli dei Castelli”, o delle “Priare” secondo la denominazione locale, si trova sulla sommità della dorsale collinare di Montecchio Maggiore, poco sotto uno dei due castelli scaligeri meglio noti come “i castelli di Giulietta e Romeo” e, più precisamente sotto quello di Giulietta o della Bellaguardia.
Il sistema sotterraneo trae origine dall’estrazione della “pietra tenera” o “pietra di Vicenza”, un materiale da costruzione assai pregiato, utilizzato in edilizia e per opere architettoniche. L’origine delle cave di Montecchio è da porre in relazione con la costruzione dei complessi fortificati, eretti in varie epoche alla sommità del monte. Fonti archeologiche attestano infatti la presenza romana nel sito tra il II e IV secolo d.C.
I vasti ambienti sotterranei sono composti dal ramo principale, che conduce alla parte più interna e profonda del sistema a circa 200 metri dall’ingresso con un dislivello negativo di circa 8,50 metri e da un ramo secondario di circa 300 metri che, dalla parte mediana della cavità, sottostante il castello di Giulietta, come una vera e propria via di fuga conduce ad una seconda uscita, ubicata a circa 160 metri dall’ingresso principale. Per motivi di sicurezza, tuttavia, solo una parte del ramo principale è aperto alla visita.
Lungo il percorso appositi punti visita provvisti di didascalie permettono di conoscere con dettaglio gli elementi salienti della geologia e della storia del sito. Il complesso sotterraneo ha uno sviluppo spaziale di 1.475 metri, di cui 1.186 relativi ai vani artificiali e 289 metri alle 25 cavità naturali intercettate nello scavo della pietra e relative a fenomeni di epicarsismo.
Il punto nodale della cavità e della stessa visita è il cosiddetto “vano della morte”, situato nella parte più profonda e interna del sistema ipogeo.
Secondo una tradizione, peraltro comune a molte fortificazioni medievali, nel mastio del Castello di Giulietta sarebbe presente un pozzo in cui venivano gettati i condannati a morte, ed è forse a quest’ultimo che allude la denominazione del vano. Qui si trovano effettivamente degli alti camini naturali, di cui uno sbarrato da una grata metallica; il rilievo topografico ha tuttavia evidenziato che i camini si trovano circa 70 m al di fuori delle mura di cinta del castello, così che la leggenda popolare non trova fondamento nei fatti. Ciò tuttavia nulla toglie alla straordinaria suggestione che suscita la vista di questi antichi vani sotterranei.
I grandi spazi si succedono per oltre 1 km e il visitatore è accompagnato da una essenziale, ma adeguata illustrazione dei punti più suggestivi.
L’apertura è prevista per la metà di novembre (info: Pro Loco 0444 696546), in cui il sito sarà a disposizione non solo di ricercatori scientifici e geologi, ma del comune visitatore e turista, che, per un’ora, vorrà farsi avvolgere in una dimensione spazio-temporale suggestiva.