Schio – La civiltà industriale
Schio presenta alcune interessanti testimonianze ancora oggi esistenti di Archeologia Industriale, legate principalmente alla vicenda produttiva e sociale della famiglia Rossi.
Francesco Rossi, all’inizio del XIX secolo avvia un processo esemplare di industrializzazione, ma sarà il figlio Alessandro nel corso del ’800 a portare lo sviluppo manifatturiero locale ad altissimi livelli.
Il percorso alla scoperta dell’Archeologia Industriale di Schio inizia da Piazza Alessandro Rossi, dove sorge “l’Omo”, monumento dedicato dal Rossi ai suoi tessitori (Giulio Monteverde, 1879).
Proseguendo lungo l’itinerario dell’archeologia industriale cittadina, all’incrocio tra Via Pasubio e Via XX Settembre, incontriamo l’ex Lanificio Conte il cui nucleo primitivo lungo la Roggia Maestra risale al 1757; al primo piano dell’edificio restaurato è possibile visitare un suggestivo spazio espositivo.
Tornando su Via Pasubio ci dirigiamo verso il Lanificio Francesco Rossi, rimaneggiato da Alessandro Rossi nel 1849 sulle fondamenta dell’opificio del padre (1817).
Oltre il portale d’ingresso si nota la grandiosa Fabbrica Alta, progettata nel 1862 dall’architetto belga Auguste Vivroux. L’edificio, oggi dismesso, ha un’altezza di cinque piani, ognuno dei quali ospitava una diversa fase della produzione laniera. Tra il 1966 e il 1967 il ciclo produttivo è stato trasferito nella nuova zona industriale cittadina.
Di fronte all’opificio troviamo il Giardino Jacquard – incantevole “oasi” romantica opera dell’architetto vicentino Antonio Caregaro Negrin – delimitato dal Teatro Jacquard, la cui facciata è ornata da dodici medaglioni che raffigurano illustri scledensi. Al centro del giardino si nota una serra ad esedra e alle spalle della stessa si estende un sistema di grotte, camminamenti, balconi belvedere popolati da sculture mitologiche.
Tornando verso il centro, troviamo l’Asilo d’Infanzia intitolato ad A.Rossi e realizzato nel 1872 per i figli degli operai.
Di fronte all’asilo imbocchiamo ora Via XX Settembre fino ad incontrare Via Pietro Maraschin, asse principale del Nuovo Quartiere Operaio con le sue diverse tipologie abitative.
Ai limiti del quartiere, si erge il prestigioso Teatro Civico, opera del 1906 dell’architetto Ferruccio Chemello.