Gambugliano è un comune del Veneto situato a 133 m s.l.m, zona prevalentemente collinare sui monti Castellari, e in parte in pianura inserita nella Valdiezza che termina a Sovizzo.

Tutto il territorio è ricco di fossili di età miocenica ed oligocenica. Al “Covolo” vi è il più riportante giacimento fossile di Natiche (Gasteropidi) in Italia. Vi sono poi spugne, coralli, ricci di mare, pesci, tartarughe marine, ecc. (Nella confinante Monteviale è stato trovato un coccodrillo, ora all’ università di Padova, n.d.r.).

Vi erano miniere di lignite usate fino alla fine della Seconda guerra mondiale.

Il territorio e di origine carsica ed è disseminato di grotte e voragini. Nella grotta della Spluga vi sono state eseguite esecuzioni sommarie durante la Seconda guerra mondiale. L’acqua potabile arriva da un pozzo profondo 80 m in località Fontanazze.

L’origine del nome di Gambugliano deriva dal latino Gambullanum (fondo posseduto da Cambullianus). La tradizione popolare lo fa risalire alla lingua locale gran bojon, zona ricca di sorgenti calde naturali.

Il territorio fu abitato dai Veneti (indoeuropei) arrivati prima dei romani, 1.000 anni a.C..

Come per il Lago di Firnon, anche la Valdiezza aveva un acquitrino e delle paludi in prossimità delle colline, zone preferite dagli abitanti dell’epoca. I Veneti si sono fusi con la popolazione preesistente Euganea portando la civiltà del ferro.

Non si sono trovati molti resti romani, ma la presenza di una lapide romana anella frazione di Monte San Lorenzo è citata in molti testi. La stessa via Pocastro deriva di Post Castrum (dopo l’accampamento).

Anche il castello medievale, di cui sopravvivono solo alcune tracce in località Castello, sembra derivare da una precedente torre di guardia romana.

Forse la vera storia di Gambugliano potrebbe cominciare con l’ingresso dei Benedettini che bonificarono le paludi e pulirono i boschi, anche se non vi sono prove scritte. La chiesa è dedicata ai Ss. Vito, Modesto e Crescenzia, proprio i santi benedettini.  (Sulla facciata della canonica durante la ristrutturazione, non citata dal libro perché posteriore, è stata ritrovata una croce benedettina scolpita su una pietra, vedi foto a lato, ndr). Le terre bonificate vennero affidate at “laboratores monasterii”. Dopo il 1.000 arrivarono sulle montagne e sulle colline vicentine delle popolazioni tedesche (in varie ondate, compreso quella del 1.300 con la popolazione dei Cimbri che si fuse con i Veneti; ancora oggi numerosi cognomi sono di origine cimbra, ndr). Nella storia della chiesa vicentina, Mantese ipotizza che la chiesa originaria di Gambugliano sia antecedente al 1.000 (a dar man forte a questa ipotesi sono lo spessore dei muri esistenti nell’ attuale canonica variabili da 55 cm a 75 cm, misure consistenti che fanno pensare più ad una chiesa che ad una casa. Forse alcuni dei muri dell’antica chiesa potrebbero essere quelli esistenti nell’attuale canonica, ndr).

Come detto sopra, nell’ attuale via Castello c’era un castello che è andato distrutto. È possibile però individuarne la forma ellittica ancora esistente nelle tracce rimaste del basamento. Da questo castello nacque un borgo costruito in parte proprio con le pietre del castello. (Non vi sono certezze sulla demolizione del Castello, ma si potrebbe supporre che fu demolito da Ezzelino in contemporanea a quello confinante di Monteviale, ndr).

Nel 1.262 il territorio vicentino era diviso in Ville. La villa di Gambugliano apparteneva al quartiere di Portanova come villa autonoma e comunale, governandosi autonomamente con un proprio Statuto. Il capo del comune si chiamava decano e veniva eletto “da chi ne avesse uno special diritto”. Questa libertà di espressione e di autogoverno e sempre rimasta viva nel pensiero e nell’ agire dei cittadini di Gambugliano, sempre orientati al miglioramento del bene comune attraverso l’autodecisione.

Nel codice Cigoto del 1.498 si parla di 4 piante di olivo a fianco della chiesa (la pinta esistente di olivo potrebbe avere 500 anni? ndr).

Dopo la guerra della Repubblica Veneta Serenissima con la lega di Cambrai nel 1.512 vi furono secoli prosperi e di pace. In questo secolo sorsero inoltre case padronali come si vede nelle lapidi incise sparse nel territorio.

In questo periodo si costruisce l’argine in muratura e la pavimentazione del torrente Valdiezza. Dopo la caduta della Serenissima e con l’arrivo di Napoleone iniziarono i primi approcci per fondere nel territorio di Gambugliano i territori di Monteviale e Monte San Lorenzo, cosa che seminò lotte furiose fino al 1.906.

La sede municipale fu trasportata a Gambugliano fin dal 1.811. Nel 1.875 però fu trasportata a Monteviale fino a quando nel 1.906 il territorio di Gambugliano e Monte San Lorenzo venne diviso da quello di Monteviale con una legge approvata dal Parlamento italiano tramite il deputato Antonio Toaldi di Schio (il suo ritratto è conservato nella sala consiliare).

Da Vedere

Ti potrebbe interessare anche